Data / Ora
06 Mag 2016
15:00 - 17:00
Luogo
Salone Mantegnesco della Fondazione Università di Mantova
Tipologia No Categorie
L’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Mantova ed il Polo Territoriale di Mantova – Politecnico di Milano sono lieti di ospitare la conferenza di CRISTINA BIANCHETTI , a cura di Stefano Pendini e Laura Pierantoni introduzione di Gabriele Pasqui presso il Salone Mantegnesco della Fondazione Università di Mantova. L’incontro avrà luogo VENERDI’ 06 MAGGIO dalle ore 15,00 alle ore 17,00.
La conferenza di Cristina Bianchetti intende restituire gli esiti della ricerca “Territories in crisis”, che ha indagato le implicazioni territoriali della crisi economica in Europa. A valle di crisi profonde e diversificate degli ultimi trent’anni (crisi che hanno origini e tempi diversi, che riguardano l’economia, ma anche l’ambiente, la struttura e l’invecchiamento della popolazione, il rapporto con le istituzioni) il territorio europeo è profondamente mutato. Non è semplice dire in quali direzioni. Le crisi ci restituiscono territori segnati da nuove precarietà, esclusioni ed erosioni: si pensi all’erosione del capitale fisso sociale urbano, agricolo, produttivo, infrastrutturale. Una parte non trascurabile di ciò che in un periodo lungo si è depositato al suolo e lo ha costruito, si è consumata nella crisi. Un grande movimento di erosione, di cedimento e di fessurazione che un pensatore provocatore come Finkielkraut chiamerebbe «il consumo del mondo». La crisi ha accelerato il consumo del mondo non solo nei territorio industriali, ma anche in quelli agricoli, costieri, interni, montani e ciò pone la questione di capire di cosa siamo eredi. Di segno contrario sono i forsennati processi di patrimonializzazione. Il termine patrimonio non si intende nel senso di ricchezza comune, bene pubblico, eredità di tutti, comprese le generazioni a venire. Rimanda piuttosto al ridefinirsi continuo, conflittuale o negoziale, di valori economici, simbolici, relazionali. La patrimonializzazione oggi investe “tutto”: aspetti materiali, spaziali, culturali. Con un rovesciamento del senso comune si può sostenere che sia raro trovare qualcosa che sia indisponibile alla patrimonializzazione. Ovunque si patrimonializza la natura, le economie e la cultura del mondo rurale, di nuovo reso attrattivo. Si patrimonializzano gli usi, prima che gli spazi; si inventano eredità; si riscrive da capo l’equilibrio tra beni democratici e beni oligarchici. Si pensi, ancora, a tutto il partage: giochi minuti e destrutturati che riorganizzano le relazioni nella forma della prossimità, del volontariato, del dono, dello scambio a base contrattuale. L’esibizione di un proprio modo di abitare entre nous, entre voisins che diventa affermazione di una presunta superiorità di minoranze non più di reddito o di ceto. La condivisione ridisegna, in forme pulviscolari, le reti di protezione e nel contempo, restituisce luoghi minuti, ma potenti che incrinano attraverso la loro presenza, le terre dell’abbandono industriale, come i sobborghi delle città ricche, si insediano nel cuore simbolico dell’Europa, nei territori agricoli e in quelli dell’abbandono montano.
Il consumo del capitale fisso, la patrimonializzazione, il partage sono solo tre esempi di segno opposto che bene illustrano quella modifica in profondità della grana del territorio che osserviamo oggi in Europa: una radicale mutazione che avviene dopo trent’anni di neo-liberismo e a seguito di quel che in questi trent’anni è cambiato nelle relazioni economiche, sociali e di potere. Ogni modifica della grana del territorio riproduce, da capo, differenziali e asimmetrie di diverso genere: differenziali di proprietà, di mobilità, di diritto. Il progetto urbanistico si dà oggi in un territorio più complicato per tutte queste ragioni. Un territorio che tiene assieme de-valorizzazioni e valorizzazioni; potenziamenti e minorazioni; protocolli e comportamenti abusivi; nuovi funzionalismi e animazioni sociali; lo sfibrarsi di diritti all’abitare in prerogative, diritti, immunità e il ritorno, doloroso, dell’uguaglianza attraverso il diritto, posta oggi dai migranti, dai poveri, dai sans papiers. Le prime auto-fondate entro criteri di legittimazione interna. Le seconde radicate nell’idea di laicità e giustizia della filosofia dei Lumi (ma anche nei principi di uguaglianza proclamata dai Vangeli). E’ molto complicato ricomporre le tante schegge dei territori contemporanei entro le vecchie metafore. Nessuna nostalgia per gli immaginari del passato. Il loro tempo è finito, esaurito, scaduto. Il problema non è restaurare l’antica potenza simbolica della crescita, dell’autonomia, dell’auto-organizzazione, ma interrogarsi su ciò che resta del progetto del territorio nel tempo della loro dissoluzione.
La conferenza è accreditata dal CNAPPC con 2 CFP. In virtù della convenzione sottoscritta, per accedere ai posti riservati all’ordine e per ottenere i relativi CFP è previsto un contributo di 10 €, per le spese di Segreteria, da pagarsi tramite bonifico sul conto corrente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Mantova, a favore della Banca Popolare dell’Emilia Romagna IBAN: IT 20 A 05387 11500 00000 1064622.
L’iscrizione è possibile esclusivamente attraverso il pulsante “prenotazione”
Per gli iscritti di altri ordini, l’ iscrizione è possibile esclusivamente inviando una mail accompagnata dalla contabile del versamento all’indirizzo : associazionearchitettimantova@gmail.com.
L’iscrizione sarà confermata e validata dalla Segreteria solo al momento del ricevimento della notifica di avvenuto pagamento tramite la contabile stessa.
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